"Gli Jatravartid di Viltvodle VI credono invece che il cosmo sia nato dallo starnuto di un essere chiamato il Grande Ciaparche Verde."

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Elite Dangerous: impressioni

Elite Dangerous
Immagine da PINPNG
Nel 1984 due ragazzi inglesi, David Braben e Ian Bell, svilupparono un gioco per diverse piattaforme destinato a fare storia: Elite. Si trattava di un gioco di esplorazione ambientato nello spazio, dove si impersonava un pilota impegnato a commerciare, combattere ed esplorare (appunto) diverse galassie, viaggiando da un pianeta all'altro. Una rivista di videogiochi lo definì The Game of a Lifetime.

In effetti Elite era incredibilmente longevo: il numero di pianeti da visitare era enorme, e tante erano le cose da fare. Scopo principale del gioco era potenziare la propria nave e riuscire a raggiungere il grado di Elite.

Io lo giocai su C64 e riuscii a diventare Deadly, il livello immediatamente inferiore a Elite, ma il tempo necessario fu assurdo (per i miei standard...): all'epoca giocavo 4-5 ore a settimana, e ci misi forse un anno... Considerando che non giocavo praticamente ad altro in quel periodo, questo rende l'idea.

È anche vero che ero, e sono, parecchio scarso. A memento perenne di quei tempi, posto una foto della confezione originale del gioco, che conservo ancora gelosamente.

Da qualche tempo è disponibile Elite Dangerous, progetto che vede tra gli autori ancora lo stesso David Braben, più vecchio di 32 anni... (chissà che fine ha fatto Bell?). Qualche tempo, fa approfittando delle offerte Steam, l'ho acquistato.

Il primo approccio è stato difficoltoso. Prima di iniziare il gioco vero e proprio, ho dedicato parecchio tempo alle Training Mission, pensate per chi vuole impratichirsi con gli aspetti base: navigazione spaziale, attracco nelle stazioni e ovviamente combattimento.

A proposito di quest'ultimo, c'è una missione propedeutica allo scontro vero e proprio (in pratica, un training alle missioni di training...), che consiste nel distruggere alcuni contenitori (canister), usati per lo stoccaggio di merci nella stiva. Ci ho un messo un po' per imparare a manovrare la nave ed a mirare. Ho detto che sono scarso.

Penosi i primi tentativi di attracco nella stazione: centrare l'ingresso non è difficile, ma ho fatto non poca fatica a "parcheggiare" nel dock che mi veniva assegnato... Poi, con l'esperienza, queste operazioni sono diventate routine, ora ci impiego un paio di minuti. Tutto questo per dire che la curva di apprendimento è davvero ripida.

Mi ci è voluto assai di più per impratichirmi nel combattimento, anche perchè la nave iniziale è un modesto Sidewinder con equipaggiamento davvero basico. Quindi tendevo ad evitare gli scontri. Fortunatamente, Elite Dangerous propone missioni piuttosto semplici ai principianti, ad esempio banali consegne di merci da pianeta a pianeta, pagate anche abbastanza bene. Mi pare giusto: inizialmente il gioco porta ad impratichirsi con i controlli, l'interfaccia, la navigazione, l'attracco e così via, senza forzare scontri dai quali si uscirebbe quasi certamente con le ossa rotte - o meglio con la nave distrutta, il che poi è un enorme problema se si hanno in saccoccia pochi crediti: la nave può essere riacquistata, grazie ad una polizza di assicurazione, ad un costo pari al 5% del suo valore, se ricordo bene. Ora, anche se vale poco, ci si trova a spendere comunque qualche centinaio di crediti, in mancanza dei quali si può avere un prestito di massimo 600.000 crediti.... Se credete siano molti, tenete presente che i piloti di alto livello hanno astronavi che valgono anche decine di milioni, se equipaggiate al meglio... In pratica la mancanza di fondi in questi casi significa ricominciare quasi da zero.

Dopo avere messo da parte una somma adeguata, ho acquistato un Eagle, che mi ha permesso di affrontare i primi scontri dopo avere migliorato l'armamento base. Grazie allo scafo leggero, l'Eagle è molto veloce e manovrabile, ma ha un serio problema: se gli scudi arrivano a zero, bastano pochi colpi per distruggerla, se non si acquistano potenziamenti per lo scafo. Per cui mi sono trovato spesso a fuggire, ed ho anche arricchito parecchio la compagnia di assicurazione...

Infine, ho raggiunto il pianeta dove mi attendeva un Viper MKIV, gentile regalo ai clienti Steam che hanno approfittato dell'offerta. Mi ci trovo molto bene: sono stato distrutto una sola volta da quando la uso, sono più gli scontri che mi vedono vincitore rispetto a quelli dove fuggo con la coda tra le gambe e navigo lo spazio in (relativa) sicurezza.

A proposito, devo aggiungere che io gioco in Solo Play: quindi interagisco solo con piloti controllati dal computer. Tuttavia è possibile giocare anche online, cooperando o combattendo con giocatori umani. Immagino sia certamente più divertente, ma non ho tempo e voglia di dedicarmici ora.

Elite Dangerous usa un motore proprietario, che mi pare ben riuscito: non ho un rallentamento anche a dettagli massimi o con molti agenti sullo schermo (a parte il momento del salto nell'iperspazio ma pare sia un problema comune), la grafica è gradevole e si può migliorare grazie a ReShade, spesso all'inizio ci si ferma ad ammirare i pianeti, le stazioni che ruotano sul proprio asse o le altre astronavi. I tocchi di classe sono tanti: quando si entra in una stazione si sentono annunci di servizio, si vedono carrelli trasportatori che spostano merci e luci di segnalazione lampeggianti, mentre si ruota la nave adeguandosi alla rotazione della stazione e si cerca il dock assegnatoci; le news del sistema accessibili nella stazione, che sono una sorta di "bollettino locale" che spesso fornisce anche informazioni utili; i messaggi informativi mostrati sull'HUD; gli effetti sonori all'interno della nave - i motori, l'apertura dei fuel scoop e dei landing gear- ; i dettagli della procedura di attracco, come la richiesta di avvicinamento; la gestione del sistema di alimentazione dei moduli della nave, si deve stare attenti al consumo energetico di ogni componente che si installa così come è possibile disattivare i moduli non necessari, ad esempio per diminuire l'emissione di calore; il fatto che la deviazione dell'energia agli scudi, ai motori o alle armi durante il combattimento è fondamentale; ultimo ma non per importanza, la colonna sonora di Strauss che parte quando si lascia la procedura di attracco al Docking Computer: una citazione sia all'Elite originale che al famoso valzer delle astronavi di 2001: Odissea nello Spazio.

Ci sono tanti altri aspetti che devo ancora approfondire: le diverse fazioni nella galassia, cui ci si può associare, il modello commerciale complesso che regola i rapporti tra i sistemi, la geografia degli stessi, con soli e pianeti di classe diversa, le attività minerarie, lo stesso modello fisico di volo, non complesso come una vera simulazione ma comunque ben realizzato - tiene conto di forza di gravitazione, inerzia, massa... (occhio a riempire troppo la stiva!), le infinite possibilità di personalizzazione delle navi, disponibili in vari modelli....

Non vado oltre: credo di avere fornito un'idea delle numerosissime variabili di questo straordinario gioco.

Chiaro che non tutto è perfetto. Le missioni hanno un tempo limite per essere concluse, mi pare giusto; però il tempo avanza dopo che hai salvato e sei uscito dal gioco.... Una delle ragioni è che il mondo di Elite Dangerous è persistente, ha variabili economiche/politiche influenzate anche dalle azioni di altri giocatori (anche nel solo play). Ci sta: questo non mi infastidisce quasi più ora, basta organizzarsi. Anzi, ammetto che dà una sensazione di urgenza che altrimenti non avrei. Però può essere un limite serio per molti. Assai più irritanti sono le numerose broken mission, che non si concludono correttamente anche quando tutti i requisiti sono soddisfatti. È un problema, pare, piuttosto diffuso. Le missioni stesse non sono troppo varie... Personalmente, non mi piace troppo nemmeno la mappa di navigazione galattica, piuttosto confusionaria da consultare.

È bene tenere presente che, per fruire completamente del gioco, è praticamente necessario un sistema HOTAS (Hands On Throttle-And-Stick), cioè un controller dedicato alle simulazioni di volo. Ne ho acquistato uno pure io, e vale ogni euro che mi è costato. Tuttavia si tratta di un'ulteriore spesa da tenere presente.

Ultima considerazione. Elite Dangerous, nonostante i numerosi aspetti positivi che ho elencato, non è un gioco per tutti. Non per difficoltà (se ci riesco io...) o per i costi (non trascurabili aggiungendo un buon HOTAS), ma proprio per "filosofia di gioco". C'è molta routine e poca azione: si passa molto più tempo a navigare nello spazio, ad avvicinarsi alle stazioni, a progettare salti nell'iperspazio che a combattere. Certo, poi niente vieta di passare una sera in una Conflict Zone affrontando decine di navi, o di intraprendere una carriera di Bounty Hunter e passare il tempo a dare la caccia ai ricercati; ma se ci si limita a questo credo ci siano altri giochi più soddisfacenti. La forza, ed il limite, di Elite Dangerous, è proprio mettere il giocatore nei panni di un "vero" pilota spaziale. Si passa tanto tempo ad occuparsi di attività ripetitive ed abitudinarie; allo stesso tempo, proprio questa scelta è capace di comunicare tutta la solitudine, l'isolamento e la difficoltà di un mestiere del genere. Routine, routine e routine intervallata da momenti di adrenalina a mille, quando si è intercettati da un pirata.... In questo Elite Dangerous riesce perfettamente. Ma non tutti apprezzano questa "filosofia".

Ovviamente queste considerazioni non si applicano alla modalità online, che non ho provato.

Ho discusso più di quello che ho fatto che del gioco... Va bene così, non voglio scrivere una recensione, ce ne sono a dozzine in rete. Ho preferito cercare di comunicare le sensazioni che mi ha trasmesso, e mi sta trasmettendo, Elite Dangerous.

Concludo con alcuni screenshot.

Tags: Videogiochi, Elite Dangerous

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