Quel sottile confine
La mia ignoranza è notoriamente ampia, direi che copre quasi ogni campo dello scibile umano. Quando si gioca a Trivial Pursuit sono il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Certo, il livello di ignoranza è variabile: si passa da una moderata conoscenza, in alcuni casi anche media, su alcuni argomenti fino ad arrivare ad un pozzo nero di ignoranza su altri. Questo pittoresco modo di esprimersi deriva direttamente da un mio professore di italiano, che su molti argomenti concernenti la sua materia era un vero erudito. Ma ahimè non si rendeva conto di avere a che fare con dei diciottenni svogliati ed arrapati, che tutto avevano in mente tranne che l'esegesi del termine barocco o l' enjambement (giuro, sono domande che mi fece in un'interrogazione).
Nella mia magnanimità vi metto direttamente il link al secondo termine citato, so che ho solleticato la vostra curiosità. Poi so che sapete tutto sul barocco, per cui non sono necessari rimandi. Spero si percepisca il sarcasmo...
La mia ignoranza va persino al di là del pozzo nero di cui sopra quando si parla di arte. Purtroppo si tratta di una materia che viene abbondantemente tralasciata, dimenticata e dileggiata alle superiori; spero che questo non sia vero nei licei artistici, ma il dubbio ce l'ho. Non solo: la sua importanza non è superiore all'ora di religione. Gli unici scopi di questi spazi temporali della giornata scolastica erano
1. copiare la versione di latino da un compagno, di solito dietro minacce corporali in caso di suo rifiuto o
2. stare addosso alle compagne di classe. "Addosso" in senso figurato, chiaramente.
Tuttavia, proprio di arte voglio parlare. Da ignorante, certo. Ma anche gli ignoranti hanno il diritto di esprimere il proprio parere, pure se non informato nè affidabile. Non parlerò di astrattismo, rinascimento, cubismo o simili, per l'ovvia ragione che non ne so nulla. Non saprei neanche collocarli temporalmente, per darvi un'idea. Parlerò invece del sottile confine del titolo. È quella linea di separazione, tenue, appena accennata, tra vera opera d'arte e solenne presa per i fondelli. Confine che esiste per me, certo, non pretendo di esprimere verità assolute. Ma sono assolutamente convinto che certe "opere d'arte" siano in realtà stratosferiche minchiate. Così come il linguaggio che spesso usano certi "esperti": contorto, denso di riferimenti incomprensibili a concetti che non hanno senso.
Come il Paperino dell'immagine sopra (dove sono finiti questi sceneggiatori? Erano geni). Provate a pensare a qualche famosa manifestazione artistica, p.e. la Biennale di Venezia; io credo sia possibile che, se qualche artista illuminato esponesse una cornice vuota, come nella vignetta sopra, e ripetesse pari pari quanto presente nel testo del fumetto, potrebbe ottenere visibilità e anche un moderato successo. Nota: la vignetta è tratta da un'avventura intitolata Paperino e il nullintimismo astratto, splendida presa in giro di certe tendenze artistiche che a parer mio hanno varcato il sottile confine. Eh ma se ti azzardi a dire che si tratta di prese per i fondelli, fai la figura dell'ignorante, anche se il Re è nudo.