Con qualunque altro nome (e altri racconti)
di Spider Robinson
Spider Robinson è uno scrittore americano attivo sopratutto nel campo della science fiction (perdonatemi, ma per qualche ragione che non conosco non mi piace proprio il termine "fantascienza").
Non è tra i più conosciuti al grande pubblico, ma è assai noto agli appassionati del genere.
Ha vinto un premio Nebula con Stardance e due Premi Hugo con By Any Other Name e Melancholy Elephants (disponibile liberamente sulla Baen Free Library a questo link).
Tutti i racconti sono presenti nella raccolta I Premi Hugo 1976-1983 a cura di Sandro Pergameno. I titoli dell'edizione italiana sono Con qualunque altro nome, Stardance e Elefanti Malinconici.
È proprio in questo volume, nell'edizione di Tascabili Nord, che ho incontrato la prima volta Spider Robinson. Beh è diventato da allora uno dei miei autori preferiti.
Nella raccolta sono presenti raccondi di alcuni mostri sacri, come Poul Anderson, Roger Zelazny, Clifford Simak, Harlan Ellison, Fritz Leiber e, last but not least, Isaac Asimov; tuttavia, i racconti che ricordo (e ogni tanto rileggo) sono i tre di Spider Robinson. Mi hanno colpito, con forza, per originalità dei temi, potenza dei personaggi e per il modo di scrivere dell'autore.
Recentemente ho riletto Con qualunque altro nome. Nonostante ricordi benissimo la trama, lo apprezzo come la prima volta. La storia parte da un'umanità quasi interamente annientata, ma non dalle solite cause: un pazzo ha progettato un vettore per un virus che causa iperosmia negli esseri umani, ossia un'ipersensibilità agli odori.
Nel racconto l'effetto del virus è volutamente portato ai massimi termini, per cui l'uomo non è più in grado di vivere nella grandi città (provate a pensare di avere un olfatto 1000 volte più sensibile di quello di un lupo e trovarvi tra gli odori di una metropoli...) e non sopporta nemmeno la vicinanza dei propri simili. I protagonisti del racconto sono davvero indimenticabili.
Fa da sfondo alle loro vicende il rapporto con una razza aliena, che vive tra noi da sempre ma la cui presenza è diventata avvertibile solo a chi soffre di iperosmia. Anche la natura stessa degli alieni colpisce per originalità.
È tra i miei racconti di science fiction preferiti, insieme al meraviglioso Fiori per Algernon di Daniel Keyes, premio Hugo nel 1960, probabilmente uno dei più bei romanzi brevi mai scritti. Parlerò in un altro articolo di questo vero capolavoro.
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