L'Origine del male
di Ellery Queen
Per riprendermi dalle pessime sensazioni suscitate da Il Suggeritore, mi sono riletto un Ellery Queen del periodo migliore. Il tema del manipolatore affrontato come Dio comanda. Quasi al livello di Dieci Incredibili Giorni dello stesso Queen.
Diventa sempre più evidente la sfiducia, se non il disprezzo, di Queen nei confronti della società e di una certa umanità, evidenziato in questo memorabile passaggio di un dialogo tra il vecchio Collier ed Ellery:
Ellery: "Signor Collier, avete idea di cosa significhi ciò che sta succedendo?"
Collier: "Oh sì. Vi dirò di cosa si tratta. È solo corruzione e cattiveria. È solo egoismo, delitto, violenza, odio e mancanza di controllo. Crudeltà, confusione, paura. È il non essere contenti di quello che si ha e desiderare sempre quello che non si ha. È invidia e sospetto, malizia, lussuria e ubriachezza; è eccitamento profano e brame impure. In una parola, è l'uomo, signor Queen."
Unica nota stonata: la concomitanza degli eventi con la guerra di Corea e il periodo buio del Maccartismo fanno emergere un lato "pavido" dell'autore, che a denti stretti si trova ad approvare l'atteggiamento di partecipazione alla "guerra santa" contro il comunismo.
D'altra parte si fa presto a parlare: allora era davvero pericoloso dare anche la sensazione di essere a sinistra, con conseguenze anche pesanti.
Comunque Queen si riscatterà con il bellissimo Il villaggio di vetro, dove il tema del diverso e dell'ostilità immotivata e razzista saranno trattati in modo straordinario, con un ritratto al vetriolo di una certa società americana provinciale, gretta e meschina.
Tags: Giallo, Ellery Queen