Inferno
di Dan Brown
Mi sono chiesto perchè ho deciso di affrontare la lettura dell'ultimo, attesissimo (non da me) lavoro di Dan Brown.
La prima ragione, la principale, è l'ambientazione a Firenze: da sempre mi piace leggere come autori stranieri vedono e dipingono il nostro paese. Abbiamo così poco di cui essere fieri che ogni tanto ho bisogno di sentire quanto all'estero siano amate la cultura e l'arte italiana.
In secondo luogo, la vicenda è spesso intrecciata con citazioni e richiami alla Comedia di Dante; potrà sembrare blasfemo accostare Dan Brown e Dante sulla stessa riga di testo, ma mi piace l'idea.
Non si tratta di niente di nuovo: è già stata usata nel Il Circolo Dante di Matthew Pearl, che conosce certamente l'Alighieri molto meglio di Dan Brown.
È certamente meno scorrevole di Inferno, ma assai più originale per idea: un assassino che uccide ispirandosi alla pene dantesche dell'Inferno. Mi è piaciuto.
Torno a Inferno. Il protagonista è al solito Robert Langdon, professore universitario esperto di simbologia.
Non mi soffermo più di tanto sulla trama, che è ampiamente sviscerata e discussa in dozzine di siti; basti dire che Langdon, risvegliatosi in ospedale, ferito ed in preda ad amnesia, deve ricostruire cosa gli è successo nei giorni prima e, al solito, sventare un folle piano che potrebbe avere conseguenze devastanti per l'umanità (Superman gli fa un baffo....)
La vicenda si svolge in gran parte a Firenze, per poi passare a Venezia ed infine a Istanbul.
Anche se la parte storiografica, descritta tramite il protagonista, assomiglia molto alle citazioni di "Lo Sapevate che..." della Settimana Enigmistica, è comunque piacevole da leggere, anche perchè offre spunto di approfondimento. Ad esempio, non avevo mai visto, nemmeno in foto, la Maschera Funebre di Dante, e leggere Inferno mi ha fatto venire voglia di informarmi.
Direi che queste piccole curiosità, sparse con abbondanza, sono le parti migliori dell'opera.
Ho trovato Inferno migliore del Il Codice da Vinci. È vero, ci vuole poco. Ma è scritto meglio.
Concludo poi con uno spoiler (attenzione, nella sezione sotto rivelo parti fondamentali della trama...)
SPOILER!!! Fai clic a tuo rischio e non prendertela con me, poi.È buffo come Brown usi sempre la stessa trama, tanto che quelle che avrebbero dovuto essere rivelazioni e scoperte sorprendenti nella storia sono facilmente prevedibili quando si pensi a Il Codice da Vinci o anche al brutto Angeli e Demoni: uno dei personaggi principali, non dico altro, con cui Langdon collabora, si rivela in realtà coinvolto con il "cattivo" della storia... cosa che succede anche negli altri romanzi, basti pensare al Camerlengo di Angeli e Demoni o a Leigh Teabing del Codice da Vinci.
Tra l'altro, tutti i romanzi di Brown (parlo di quelli che ho letto) trovano il maggior punto di interesse nelle citazioni e racconti di fatti, personaggi e curiosità storiche. Sempre interessanti, per carità, ma questo fa pensare che il resto del lavoro non sia poi di gran livello...