Dare e ricevere
Purtroppo in questo periodo mi trovo quotidianamente a fare visita ad una persona a me molto cara, ricoverata in una Casa Protetta. È giunta alla fine della sua vita, e come si può intuire è angosciante vederla spegnersi giorno per giorno.
Quando esco dalla struttura passo vicino alla sala comune, dove le persone ospitate - non chiamiamoli degenti, per favore - si trovano insieme per stare in compagnia, giocare a carte, guardare la TV o dedicarsi ad attività comuni. Qui, prima che la malattia si aggravasse, trascorreva gran parte della giornata anche la persona che vado a visitare. Si crea un legame tra gli ospiti della struttura, anche quando non comunicano direttamente o non si conoscono: la sofferenza per alcuni, la solitudine per altri, portano a condividere ed a cercare un po' di sostegno negli altri, più qui che in altre circostanze.
Oggi, uscendo, agito la mano nel solito cenno di saluto alle persone che ho imparato a conoscere. Una di loro, malata ed ospite da molto tempo, confinata in carrozzina ma perfettamente lucida, mi fa cenno di avvicinarmi. Come è chiaro a tutti, tranne al baluba che sono, voleva qualche notizia sul mio congiunto. Potevo pensarci da me, direte. Vero. Ripeto, baluba. Tanto più che l'interesse in questo caso non è di facciata, ma reale, proprio per il legame che nasce.
Ho spiegato la situazione nel modo più delicato possibile, senza tacere la realtà comunque; glielo devo. Dopo qualche minuto di chiacchiere, mi congedo, ma prima di salutarmi la signora mi chiede "Mi porti un fiorellino?". Sono rimasto un momento interdetto, credendo si riferisse ad un fiore che magari teneva in camera, per cui ho replicato: "Certo, dove lo trovo?". "No, non adesso, la prossima volta che vieni". "Ma certo, molto volentieri.", ho risposto con il sorriso migliore di cui sono capace.
Beh, l'ho trovato davvero gratificante: potrò portare un momento di serenità ad una persona che conosco appena, con cui ho scambiato poche parole, ma che certamente soffre per la propria malattia e probabilmente anche per non poter acquistare personalmente un fiore, un regalo, una cosa inutile per sè. Quando tornerò in struttura sarà la prima cosa che farò. Spero di sorprenderla.
Mi ha risollevato e migliorato la giornata. Un karma che dovevo raccontare.
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