Causa alcune circostanze che non ho voglia di citare qui, recentemente mi sono (ri)trovato a servirmi del
trasporto pubblico per il tragitto casa lavoro. Ho una grossa, grossissima esperienza nel settore: me ne sono servito per quasi 20 anni, vivendo sulla mia pelle le nefandezze del
Piano Husler (per i non autoctoni, trattasi di brillante
piano di viabilità per la città di Modena progettato da un sadico ingegnere svizzero; al link trovate il resoconto di uno dei tanti dibattiti in comune, in mancanza di riferimenti diretti a quell'obbrobrio), gli ameni
viaggi estivi a 40º C su mezzi privi di aria condizionata e con una mera imitazione di ventilazione e tanto altro, compreso un
memorabile viaggio che richiese 10 (dieci) ore per coprire una distanza di 35 km.
Nonostante questi ricordi, che certo non sono piacevoli, ho affrontato questo ritorno alle origini con ottimismo e persino piacere; forse perchè sapevo che questa rimpatriata sarebbe stata breve, 3 soli giorni. Armato di questo spirito positivo, ammetto di essermi goduto questo intermezzo da pendolare, dedicandomi all'osservazione dei miei simili e delle loro attività per ingannare il tempo. Ragion per cui questo articolo finisce nella categoria Karma. Di seguito elaboro un sunto delle mie osservazioni, particolari e generali.
Senza molta sorpresa vedo che, dopo parecchi anni,
Seta utilizza ancora gli stessi mezzi. No, non intendo lo stesso modello: proprio gli stessi mezzi. Le targhe e l'usura non mentono. Ad onor del vero, devo aggiungere che erano stati appena rinnovati quando abbandonai i mezzi pubblici e che sono ancora ben tenuti. Hanno persino l'aria condizionata, ora. Inoltre, sono rimasto piacevolmente sorpreso dal salto tecnologico: tutti gli obliteratori erano magnetici e anche
contactless! Al di là di qualche ritardo e qualche incertezza dei conducenti, che a volte devono chiedere ai passeggeri per sapere qual'è la strada da fare
*, sono stati viaggi piacevoli.
* Prima o poi arriverà il giorno in cui qualche furbastro ne approfitterà per farsi portare davanti alla porta di casa...
Dal mio posto privilegiato di passeggero in posizione elevata, ho avuto modo di osservare attentamente il comportamento degli automobilisti, che non sarebbe nè meglio nè peggio di quello di diversi anni fa, se non fosse per una notevolissima differenza: ad occhio direi che quasi il 10% dei guidatori aveva il cellulare all'orecchio o, peggio, in mano per scrivere qualche idiozia sui Social. Come? Il 10% non pare molto? Pensateci meglio: vuol dire che il conducente di un auto ogni 10 è distratto, in alcuni casi al punto di guardare saltuariamente la strada. A me pare un numero spaventoso. A costoro si dovrebbe spiegare che, viaggiando a 50 km/h, si fanno quasi 14 metri in un secondo.
Ho percorso a piedi il tragitto ufficio-autostazione e viceversa. Noto che il rispetto per gli attraversamenti pedonali controllati da semaforo è persino inferiore a quello di una volta; allora, almeno 1 pedone su 20 rispettava il rosso. Adesso, nessuno lo fa. Ma nessuno.
Non solo, moltissimi adolescenti (studenti generalmente) attraversano disinvolti con il rosso tenendo gli occhi sullo schermo del cellulare, raramente guardando davanti a sè. Quando si prendono la briga di passare sull'attraversamento stesso: se le strisce zebrate sono a 10 metri di lato, mica si prendono la briga di spostarsi...
Il che mi porta all'osservazione più inquietante, parlando di adolescenti. I miei orari coincidono con quelli di diversi studenti, generalmente delle superiori o universitari. Sono rimasto allibito dal fatto che tutti, e dico tutti, avevano un rapporto diretto esclusivamente con il proprio
smartphone. Normale, direte. Occhio, ho detto
tutti e lo ripeto. Ho visto ragazzi chiaramente amici tra loro che non si sono scambiati una parola, troppo presi da
Whatsapp o da
Facebook.
Dico, ma avrete qualcosa da dirvi parlandovi, o no? A quell'età si dovrebbe parlare di gnocca, di calcio, di tecnologia, di videogames, di quanto ti sta sulle balle la prof... Ma sono capaci di sostenere una conversazione? Vi giuro che nessuno di questi ha spiaccicato una parola, nemmeno un "uhmfgr" di saluto al conducente della corriera. Ora, non sono così miope o integralista da non riconoscere l'indubbia utilità degli smartphone, ma la sensazione che siano diventati l'unico mezzo di comunicazione per un'intera generazione mi fa pensare male per il loro futuro... Inquietante.
Uno degli indubbi vantaggi della corriera è la possibilità di chiudere e gli occhi e farsi un pisolino - ci vuole un po' di allenamento -, di ascoltare musica in tutta tranquillità o leggere qualcosa, se riuscite ad evitare la nausea dovuta al movimento, o di fare amicizia o scambiare qualche chiacchiera con qualche collega pendolare. Questo non è cambiato, per fortuna.
Altro vantaggio considerevole è che si viaggia rilassati; non si direbbe, ma la differenza tra lo spostarsi nel traffico in autonomia e farsi portare da un mezzo bello grosso ha un effetto tranquillizzante.
D'altra parte, visto che ormai è abitudine consolidata di tutti i conducenti accendere la radio di bordo per mettere su un po' di musica, cosa che mi sta anche bene generalmente, può succedere - come è in effetti successo - di essere costretti a sorbirsi un paio di deprimentissimi brani dall'ultimo album di
Ligabue. Vabbè 5 minuti di sofferenza in un viaggio altrimenti piacevole ci stanno.