"Gli Jatravartid di Viltvodle VI credono invece che il cosmo sia nato dallo starnuto di un essere chiamato il Grande Ciaparche Verde."

Towel Day - Non fatevi prendere dal Panico

Guida Galattica per gli Autostoppisti

Quel sottile confine

Paperino e il nullintimismo astratto
Immagine da Topolino - Mondadori, nr. 378, febbraio 1963

La mia ignoranza è notoriamente ampia, direi che copre quasi ogni campo dello scibile umano. Quando si gioca a Trivial Pursuit sono il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Certo, il livello di ignoranza è variabile: si passa da una moderata conoscenza, in alcuni casi anche media, su alcuni argomenti fino ad arrivare ad un pozzo nero di ignoranza su altri. Questo pittoresco modo di esprimersi deriva direttamente da un mio professore di italiano, che su molti argomenti concernenti la sua materia era un vero erudito. Ma ahimè non si rendeva conto di avere a che fare con dei diciottenni svogliati ed arrapati, che tutto avevano in mente tranne che l'esegesi del termine barocco o l' enjambement (giuro, sono domande che mi fece in un'interrogazione).

Nella mia magnanimità vi metto direttamente il link al secondo termine citato, so che ho solleticato la vostra curiosità. Poi so che sapete tutto sul barocco, per cui non sono necessari rimandi. Spero si percepisca il sarcasmo...

La mia ignoranza va persino al di là del pozzo nero di cui sopra quando si parla di arte. Purtroppo si tratta di una materia che viene abbondantemente tralasciata, dimenticata e dileggiata alle superiori; spero che questo non sia vero nei licei artistici, ma il dubbio ce l'ho. Non solo: la sua importanza non è superiore all'ora di religione. Gli unici scopi di questi spazi temporali della giornata scolastica erano

1. copiare la versione di latino da un compagno, di solito dietro minacce corporali in caso di suo rifiuto o
2. stare addosso alle compagne di classe. "Addosso" in senso figurato, chiaramente.

Tuttavia, proprio di arte voglio parlare. Da ignorante, certo. Ma anche gli ignoranti hanno il diritto di esprimere il proprio parere, pure se non informato nè affidabile. Non parlerò di astrattismo, rinascimento, cubismo o simili, per l'ovvia ragione che non ne so nulla. Non saprei neanche collocarli temporalmente, per darvi un'idea. Parlerò invece del sottile confine del titolo. È quella linea di separazione, tenue, appena accennata, tra vera opera d'arte e solenne presa per i fondelli. Confine che esiste per me, certo, non pretendo di esprimere verità assolute. Ma sono assolutamente convinto che certe "opere d'arte" siano in realtà stratosferiche minchiate. Così come il linguaggio che spesso usano certi "esperti": contorto, denso di riferimenti incomprensibili a concetti che non hanno senso.

Come il Paperino dell'immagine sopra (dove sono finiti questi sceneggiatori? Erano geni). Provate a pensare a qualche famosa manifestazione artistica, p.e. la Biennale di Venezia; io credo sia possibile che, se qualche artista illuminato esponesse una cornice vuota, come nella vignetta sopra, e ripetesse pari pari quanto presente nella vignetta, potrebbe ottenere visibilità e anche un moderato successo. Nota: la vignetta è tratta da un'avventura intitolata Paperino e il nullintimismo astratto, splendida presa in giro di certe tendenze artistiche che a parer mio hanno varcato il sottile confine. Eh ma se ti azzardi a dire che si tratta di prese per i fondelli, fai la figura dell'ignorante, anche se il Re è nudo.

Sono diventato consapevole dell'esistenza di questo confine già in gioventù. Accadde una domenica mattina di tarda primavera o inizio estate, impossibile ricordare. Si stava passeggiando nel paesello con un caro amico d'infanzia (potrei in effetti chiedere a lui se si ricorda il periodo, ma la sua memoria è andata in vacanza da tempo e non ha alcuna intenzione di tornare). Passammo di fronte all'ingresso del Liceo Classico, che si trovava in un edificio con un bel chiostro interno e portici di contorno; un cartello informava di un'esposizione di opere d'arte moderna. Annoiati, decidemmo di dare un'occhiata. Ingresso gratuito, ovviamente, altrimenti l'affluenza sarebbe stata pari a quella ad un discorso pubblico di Gasparri. Sottolineo che si trattava di quadri, prodotti - credo - da artisti locali. Iniziammo il nostro giro dei portici, e ben presto ci rendemmo conto che la cosa più divertente era leggere il titolo del dipinto e cercare di collocare quanto rappresentato nel contesto del titolo stesso. Arrivammo poi all'opera che, ne sono certo, fu alla base della teoria del confine.

Titolo: Scorcio nr. 3 con bicicletta. Giuro che rimanemmo almeno 5 minuti davanti al quadro cercando di individuare la bicicletta in questione, o almeno un suo elemento: un pedale, una ruota con i raggi, un fanale, una dinamo, una catena, un manubrio, un campanello, una manopola per le mani, persino un berretto da ciclista... Senza trovare nulla. Non mi resi conto di avere appena vissuto un momento che cambiò per sempre la mia percezione dell'arte. Uscimmo ghignando dall'esposizione.

A distanza di anni ho cercato ovunque un'immagine di quell'opera, senza trovarla. Evidentemente l'artista era molto locale, direi un parente del bidello dell'istituto scolastico o un alunno con uno sviluppato senso del sarcasmo, non saprei.

Certo, i "veri" esperti di arte saranno probabilmente offesi dalla mia teoria, che potrebbero distruggere con complessi discorsi sul significato e il significante, sull'armonia dei colori e delle forme, sulla dialettica dell'artista e così via. Ma sono certo che nessuno di loro avrebbe potuto motivare in alcun modo la faccenda della bicicletta. Ah già li sento, "non è importante la rappresentazione ma la percezione" (mica male questa vero? Me la sono appena inventata...). Può essere, che ne posso sapere io, sono un ignorante. Ma credo che esistano opere d'arte che confortano la mia teoria: quale altro significato si può attribuire alla Merda d'artista di Manzoni? Dalla pagina di Wikipedia di cui sopra:

"Manzoni considera che il vero valore simbolico di un'opera risieda nel rapporto con il corpo dell'artista (è l'artista a essere sacralizzato dal mercato), le cui manifestazioni assumono dunque, nella dimensione del paradosso critico, un valore equivalente a quello delle reliquie: le Impronte e le firme, il Fiato d'artista, la Merda d'artista ne sono altrettanti esempi"
....
Non è previsto che il contenuto della scatoletta sia conosciuto dal fruitore, che se ne può accertare solo aprendola, dunque distruggendola e annientandone il valore.

Questo è puro genio, la presa per i fondelli perfetta, la dimostrazione che il sottile confine può essere superato in modo evidente e dichiarando pure di farlo consapevolmente. Non puoi "aprire" l'opera perchè altrimenti la distruggi, così non saprai mai cosa c'è all'interno. Al di là del fatto che non la aprirei soprattutto se fossi certo di cosa contiene, si deve ammettere che questa è una trovata geniale.

Tags: Blob, Società, Arte

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  • Pubblico questa roba dalla Bassa Modenese. Sì, la zona del terremoto di maggio 2012...

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    ... nuova tromba d'aria nel 2014

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E questo Ciaparche, cos'è?

Se ti punge vaghezza di conoscere la risposta e dimostrare così la tua ignoranza, non temere: nessuno dal monitor ti osserva (sicuro? Meglio essere attenti... controlla le impostazioni di privacy della fotocamera), per cui corri ad informarti facendo clic sul link sotto.

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