La civiltà di un popolo
A proposito della storia dell'orsa Daniza: non voglio scrivere l'ennesimo post qualunquista o radical-animalista, non mi piacciono gli estremismi. Voglio solo descrivere un paio di pensieri che, davvero, mi sono arrivati spontanei.
Il primo. Come al solito in questo paese, la gestione dell'intera vicenda ha dimostrato pressapochismo, incompetenza, impreparazione. Si vuole ripopolare la fauna di una zona senza definire regole e confini che regolino la convivenza tra specie potenzialmente pericolose (l'uomo) e gli animali.
Si è cercato di rimediare decidendo di addormentare l'animale e trasferirlo: peccato che gli esperti della provincia di Trento non siano nemmeno capaci di calcolare la dose di anestetico necessario.
Il secondo. Mi disgusta vedere quanti opportunisti stiano cavalcando l'onda dell'emozione popolare, soprattutto i politici, nell'intero arco costituzionale. Dal leghista Salvini - incredibile il suo commento: "In Italia si può uccidere un orso, ma non si possono toccare spacciatori, rapinatori, clandestini e delinquenti vari. Vergogna, qualcuno deve pagare!" - a Grillo, per citare i primi che mi vengono in mente.
Non credo nemmeno per un istante che a costoro freghi un accidente della morte dell'orsa. Però è utile per un po' di visibilità.
Altrettanto fastidio mi danno coloro che sono palesemente scocciati per la grande pubblicità che la vicenda sta avendo, perchè "ci sono cose più importanti degli animali". Sono quelli che si lamentano della situazione e criticano aspramente, e una volta spenta la TV si dimenticano di tutto ciò che è fuori dal loro orticello. Perchè a loro non interessa il bene comune ma solo il proprio.
Forse l'accostamento è ardito, ma ho notato che questa osservazione viene tipicamente da questo genere di persone.
Basta. Concludo con una frase, abusata certo ma non meno vera, di Gandhi:
"La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali"
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