Segnali di vita
No, non mi metto a parlare di alieni, anche se è certamente un ottimo clickbait, ossia un mezzo per attirare i pettegoli che bazzicano su Internet con un titolo che non ha nulla a che fare con il contenuto dell'articolo. Semplicemente, non ho trovato un'altra immagine gratuita che avesse attinenza, sia pure indiretta, con il titolo dell'articolo.
Chiarito questo aspetto, con il mio tipico stile di scrittura contorto che il mio prof. di italiano odiava – perchè troppo pigro per sforzarsi di seguire le capriole sintattiche e semantiche del mio modo di esprimermi – passo all'argomento reale dell'articolo.
Ogni tanto apro la pagina del sito. Almeno per vedere se è ancora online e/o se ha subito un qualche defacing; non sarebbe un grosso problema, conservo copie locali dei dati, ma mi dispiacerebbe se un qualche utente ci arrivasse (per un casualità fortuita, chiaramente) e si trovasse, che so, un paio di chiappe o qualche script o link pericoloso. Durante una di queste visite, mi sono reso conto che l'ultimo articolo pubblicato risale a quasi un anno fa. 363 giorni per la precisione.
A questo punto ho deciso di fornire il segnale di vita del titolo dell'articolo. Più che altro per dimostrare a me stesso che sono ancora vivo, non è poco. Così ho deciso di scrivere un articolo del tutto generalista, dove voglio di parlare un po' dell'anno trascorso. Eh sì, si tratta del piacevole periodo autunno 2020-autunno 2021, che credo sia stato pesante per tutti.
La causa, ovvio, è questa rompentissima pandemia, questo fottuttissimo Covid-19. Tranquilli: non ho nessuna intenzione di parlarne in dettaglio, tanto ci pensano giornali, TV e ogni media a fracassarci gli zebedei in merito. Posso solo ribadire l'ovvio: ha sconvolto la vita di tutti, prima con il lock down, poi con gli effetti devastanti sull'economia, il cui effetto reale, credo, si sentirà in pieno tra un paio di anni. Tuttavia, ogni tanto l'epidemia mi permette qualche grassa, amara, risata: ricordate come si diceva Dopo saremo migliori?. Quanto mi dava fastidio questa sentenza, basata su una speranza ingenua e comprensibile, ma assolutamente insostenibile. Io, da bravo cinico, sono sempre stato convinto del contrario. Vedendo quotidianamente il comportamento delle persone, sconosciute e non, mi pare che il livello di arteriosclerosi ed insofferenza individuale – compreso il mio – sia la triste conferma che siamo diventati peggiori.
Basta parlare di Covid-19. Cosa altro è successo? Beh dal punto di vista della tecnologia, e parlo del sito in particolare, siamo prossimi a Joomla 4.0. A proposito: non ho pubblicato niente di nuovo, ma ho sempre aggiornato regolarmente il sito. Chiuso l'inciso. Non sono per niente ansioso, e nemmeno entusiasta, di questa nuova versione. Intendiamoci: magari sarà un salto tecnologico straordinario, che semplificherà la vita ai web developer, non posso dire niente in merito, non ho seguito le news nè tantomeno ho provato le varie beta. Il punto è che sono un po' stufo dei CMS; certo, semplificano la vita a chi crea siti, almeno per certi aspetti, ma la complicano in altri casi. Uno di questi è il porting del sito quando ci sono dei major update. Per esperienza diretta – ho iniziato ad usare Joomla dalla versione 1.6... – il lavoro necessario è sempre lungo, noioso e spesso causa di pesanti riferimenti religiosi. Vedremo, la versione 3.xx dovrebbe essere supportata ancora a lungo. Spero. Intanto, l'interfaccia di amministrazione mi avvisa giuliva che la mia versione di PHP, la 7.3.25, non sarà più supportata a partire da dicembre 2021. Sì che lo so che Altervista permette di selezionare la versione di PHP da usare con il sito; tuttavia, mi propone solo la versione 8 come alternativa più recente. Se provo ad abilitarla, il sito fa un doppio carpiato e spara una serie inquietante di errori e warning. Temo che il supporto completo a PHP 8 sarà disponibile solo con Joomla 4.0, considerando plugin e componenti di terzi. Ci penserò quando sarà il momento.
Oh un'altra cosa che mi ha colpito quest'anno è stata la prevedibile crescita di attività sui social, nel 99% infestati da minchiate inutili di gente annoiata anche perchè costretta alla clausura. Io non li frequento da sempre, non per spocchia o alterigia, ma proprio perchè non me ne importa una benemerita fava, consentitemi la finezza. Ciò nonostante mi sono reso conto che purtroppo è spesso necessario utilizzarli per accedere a servizi ed informazioni; moltissime aziende stanno privilegiando questi canali per comunicare con pubblico e clienti. Questo accadeva anche pre-pandemia, certo, ma adesso è un percorso senza ritorno. Considerando che i social sono il terreno di caccia preferito di haters, gruppi che mi sento di definire "coloriti" e attivisti di ogni tipo e colore, sono sempre più deciso ad evitarli come la peste. Me ne farò una ragione.
Cos'altro? Tra giugno, luglio, agosto siamo stati bombardati di notizie sportive. Volevo usare un'espressione più forte, ma non voglio trascendere. Dovete sapere che il mio atteggiamento dei confronti dello sport, mi riferisco allo sport raccontato e vissuto in TV, è di insofferenza totale. C'è stato un periodo in cui Sky mi contattava regolarmente per offrirmi abbonamenti a canali sportivi di cui non mi interessava una ceppa. Quando il numero di chiamate è diventato insopportabile, sono diventato acido; alla domanda "Le interessa un abbonamento a condizioni di favore all'offerta 'Tutto il calcio, dalla sera prima della partita al dopo spogliatoio'?" rispondevo regolarmente "Certo, quanto mi pagate al mese per sottoscriverlo?". Due settimane ed almeno 10 chiamate dopo hanno smesso di contattarmi. Avranno scritto nelle note dei loro DB "Non chiamare, è uno st****o". Mi sta bene. Torniamo all'argomento di discussione. Premetto che non ho niente contro chi pratica sport a livello agonistico e non, anzi: gli atleti fanno sicuramente una quantità di sacrifici notevoli, specie quelli degli sport minori, tanto di cappello. Con l'eccezione dei calciatori, lo ammetto, sono ultra-qualunquista quando si parla di calcio: privilegiati, strapagati e idolatrati senza ragione. Basta così, se no parto per la tangente. Quello che mi ha veramente disgustato durante questi mesi di Europei ed Olimpiadi è stato l'atteggiamento osannante, retorico, insopportabile della stampa, e mi riferisco a tutti i media: l'esaltazione, la prosopea, la tristissima pratica dell'intervista alla famiglia – siamo tornati al noto "Mamma sono contento di essere arrivato primo" – e lo spazio dedicato ovunque a imprese che, per carità sono certamente degne di essere ricordate, ma si è davvero superato il limite della decenza. Datemi pure del qualunquista, non mi offendo.
Ci sono decine di altre vicende, avvenimenti, notizie degne di essere citate, ma per il momento basta, mi limito alle prime che mi sono venute in mente. Almeno, ho dato prova di essere ancora vivo, magari mentalmente un po' più instabile ma fisicamente, ancora, ci sono. E sottolineo che il vaccino non mi ha fatto spuntare un terzo braccio, ma mi ha conferito una bella sfumatura di blu sulla chiappa sinistra. E va bene, scherzo, ma potrebbe anche essere stato vero.