Le coincidenze vanno interpretate
Oggi sono in modalità citazione: il titolo dell'articolo è tratto da un aforisma di Silvia Zoncheddu; l'immagine mette in bella mostra una frase attribuita ad Albert Einstein. A questo proposito, ho la sensazione che si attribuisca a quest'ultimo una quantità di detti famosi, per dare più visibilità: "ah beh se l'ha detto Einstein....". Come se ogni cosa pronunciata da Einstein fosse una verità inoppugnabile, un dogma... Beh l'autorevolezza di Einstein fa parte dell'immaginario collettivo. Dimenticando che, sì, è stato uno scienziato inarrivabile, ma anche un uomo con difetti poco piacevoli. Come tutti noi.
Sono anche in modalità sproloquio, visto che sto divagando come un ubriaco fradicio appena sceso da un ottovolante.
Torno all'argomento dell'articolo. Non che abbia iniziato a parlarne. Niente, oggi sono sconclusionato. Comunque. Le coincindenze esistono, ovvio. Specie quando si attribuisce al termine la prima definizione del Vocabolario Treccani: Il coincidere, l’accadere simultaneo e fortuito di due o più fatti o circostanze diverse. Parola chiave: fortuito. Niente di più, niente di meno. C'è chi in una coincindenza vede la manifestazione del fato, di un destino predeterminato. C'è una bella parola che descrive questa convinzione: kismet, termine che deriva dal turco e dall'arabo, a quanto pare, cui si attribuisce il significato di "destino fissato da Dio per gli uomini" (Fonte: Dizionari Repubblica). Bella perchè ha un suono mistico ed è usata con il medesimo significato in molte lingue. Il fatto che sia una bella parola però non mi porta a credere nemmeno per un secondo che esista un destino fissato.
Cosa c'entra tutto questo con le coincidenze? Ci sto arrivando. Faticosamente, ma ci sto arrivando. Il 25 maggio è anche la ricorrenza di qualcosa di molto meno piacevole e divertente. La faccio breve: è il giorno in cui è entrato in vigore il regolamento sulla protezione dei dati nella UE, nell'anno del Signore 2018. Il maledetto GDPR. Molti di voi utenti del web, quasi tutti, dopo quella data, si sono trovati di fronte a ostiche e incomprensibili richieste di accettare condizioni spiegate in due righe assolutamente vaghe o in qualche pagina di dettagliate spiegazioni che nessuno, dico nessuno, legge. Condizioni che l'utente accetta senza darvi peso, tirando al più un moccolo per l'inopinata perdita di tempo. Ma per chi lavora nel settore, come dire, tutte le aziende che si fanno conoscere su Internet con un proprio sito, è stato (è) un incubo: l'adeguamento alla normativa richiede un lavoro non da poco, non tanto per la parte tecnica, ma per la corretta interpretazione della parte legale e burocratica, che è stata scritta da un gruppo di sadici. Il linguaggio usato è un finissimo e sofisticato esempio di burocratese. Un esempio:
Il testo del Regolamento (Ue) 2016/679 - Arricchito con riferimenti ai Considerando e aggiornato alle rettifiche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea 127 del 23 maggio 2018
Il Garante per la protezione dei dati personali ha elaborato una versione "arricchita" del testo del Regolamento (UE) 2016/679, che - laddove necessario - segnala in corrispondenza di articoli e paragrafi i relativi "Considerando" di riferimento, in modo da offrire una lettura più ampia e ragionata delle previsioni introdotte dalla nuova normativa. Aggiornato alle rettifiche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea 127 del 23 maggio 2018.
Notate che per trovare questa piccola perla è stato sufficiente leggere il primo paragrafo della pagina al link sopra: non ho nemmeno dovuto cercarla. È molto più difficile trovare qualcosa scritto in un italiano comprensibile e semplice su quel sito. Quel "Arricchito con riferimenti ai Considerando" è da manuale. Il "laddove necessario - segnala in corrispondenza di articoli e paragrafi i relativi 'Considerando' di riferimento" andrebbe appeso sui muri a caratteri cubitali in tutti gli uffici della PA: nemmeno Dante arriva a questi livelli di grandezza.
Ora, provate a mettervi nei panni di qualsivoglia webmaster (che spesso si trova a scrivere testi anche se non è il suo mestiere) o qualunque scrittore di contenuti o curatore degli aspetti legali (e in questo caso è il loro mestiere) che si trova a leggere decine – non è un modo di dire ‐ di pagine espresse con questo livello di burocratese, farcite di commi, sotto-commi, note a piè di pagina (senza specificare quale pagina), incisi, rimandi a pubblicazioni precedenti indicate in termini di Paragrafo – SottoParagrafo – Inciso etc. espressi in combinazioni assurde di cifre arabe, numeri romani, lettere e scongiuri napoletani (absit iniuria verbis: cito l'etnia solo perchè particolarmente ricca di espressioni gestuali). Una volta in azienda hanno provato ad investirmi del titolo di responsabile GDPR, ma ben presto ho convinto la proprietà che esistevano solo due strade possibili: stracatafottersi di tutto quanto, come dice il commissario Montalbano, o affidarsi a chi fa questo per mestiere. Sì, sono nate diverse aziende che offrono questo tipo di servizio. Alla fine si scelse la seconda strada, per un abbonamento annuale dal costo significativo.
Ma qual'è la concidenza significativa, inaspettata, inquietante persino? Semplice: Douglas Adams odiava la burocrazia in tutte le sue forme, al punto da dileggiarne le pratiche in praticamente ogni suo romanzo e arrivando al punto di scrivere un'avventura testuale dedicata alla presa in giro della burocrazia. Si tratta di Bureaucracy, pubblicata da Infocom. Ne ho parlato anche nell'articolo dedicato alla burocrazia.
Ora, se non siete d'accordo con me sul fatto si debba considerare una coincidenza inquietante il fatto che nello stesso giorno dell'anno si celebri la memoria di uno dei più grandi avversari della burocrazia e sia entrato in vigore uno dei peggiori esempi di regole burocratiche dei nostri giorni, beh, allora non so cosa dire. Però almeno concorderete con me su un fatto: i burocrati della UE l'hanno fatto apposta, non può essere altrimenti. Sono troppo pignoli e zelanti perchè non sia così. E mentre scrivo queste righe ci sono arrivato!! Sono Vogon camuffati da esseri umani!
I Vogon sono una delle razze più sgradevoli della galassia; non sono cattivi ma insensibili burocrati zelanti con un pessimo carattere, sì. Non alzerebbero un dito per salvare la propria nonna dalla Vorace Bestia Bugblatta di Traal senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetti accendifuoco
Il che spiega perfettamente perchè il maledetto GDPR sia entrato in vigore il 25 maggio... Forse, dopotutto, non è una coincidenza.
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